Stile di vita in gravidanza

ALIMENTAZIONE IN GRAVIDANZA

La gravidanza è uno dei periodi di maggior richiesta nutrizionale nella vita della donna, ma la diceria popolare secondo la quale la gravida dovrebbe “mangiare per due” non solo non corrisponde alle reali necessità, ma è dannosa.
Solo per alcuni nutrienti il fabbisogno in gravidanza raddoppia, mentre il fabbisogno calorico, in condizioni di normopeso e comune attività fisica, aumenta solo del 15%, attestandosi a 38 calorie / kg / giorno, ovvero intorno alle 2200-2600 calorie.
L’incremento di peso ideale da ottenere dall’inizio alla fine della gravidanza si pone intorno agli 11 kg: 600 gr/mese nel I trimestre, 1200 gr/mese nel II trimestre e 1800 gr/mese nel III trimestre. Peraltro bisogna anche considerare se il peso pre-gravidico era nella norma: donne sovrappeso devono aumentare di meno, donne sottopeso possono aumentare di più.
L’incremento ponderale materno non correla con la crescita fetatale o con il suo benessere.
In gravidanza una alimentazione eccessiva porta all’obesità e aumenta il rischio di diabete gestazionale, di preeclampsia, di emorragie postparto: di conseguenza aumenta il numero dei tagli cesarei e della morbilità (malattia) e mortalità materno – fetale.

Le principali modificazioni metaboliche nella gravida riguardano gli zuccheri, per la fuga di glucosio al feto, che provoca ipoglicemia a digiuno, e per l’insulino-resistenza, ovvero una riduzione del suo effetto metabolico (che consiste nel far passare il glucosio dal circolo sanguigno all’interno delle cellule), dovuta alla riduzione dei recettori cellulari per questo ormone: l’organismo risponde con un aumento della produzione di insulina da parte del pancreas materno, che provoca iperglicemia dopo i pasti. Se eccessiva, questa ridotta tolleranza agli zuccheri provoca il diabete gestazionale. Quindi la gravida in circolo ha un difetto di zuccheri lontano dai pasti ed un eccesso dopo i pasti: pertanto deve evitare sia il digiuno prolungato, ricorrendo a spuntini, sia pasti abbondanti. Insomma, meglio mangiare spesso, ma poco.
Questo nel primo trimestre è utile anche per combattere l’iperemesi (nausea e vomito): per contenerla occorre anche non bere a digiuno, evitare agrumi, alcool, dolci, caffè e bibite gassate (invece nel III trimestre alcune gravide trovano giovamento nel bere Coca cola). Per la nausea è molto efficace lo zenzero (peraltro gravato da un sapore forte e pungente): ma come per ogni medicina, non si deve esagerare con le dosi, altrimenti risulta nocivo per il feto.

Gli alimenti che sono principalmente responsabili di un eccessivo incremento ponderale e che quindi sono da assumere con moderazione sono quelli con alto indice glicemico, ovvero che fanno salire più rapidamente la glicemia e quindi stimolano maggiormente il rilascio di insulina: pane, pasta (e riso), pizza, patate (le quattro p) e (ovviamente) dolci. Dovendo consumare dei cereali, vanno preferiti quelli integrali (farro, kamut, avena, orzo perlato, soia), e la pasta deve essere “al dente”.
Pertanto si dovrà privilegiare il “secondo” rispetto al “primo”: rispetto alla “dieta mediterranea” l’incremento percentuale delle proteine trova giustificazione anche nell’aumentato fabbisogno proteico in gravidanza: 6 gr al dì, per un totale di almeno 60 gr al dì. Inoltre si dovrà mangiare a volontà verdura e frutta (quest’ultima va assunta all’inizio del pasto o meglio come colazione o fuori pasto, ed è obbligatoria per il suo contenuto zuccherino di fruttosio, dato che limitiamo le altre fonti di zuccheri e non dobbiamo fare una dieta “sbilanciata”).
Le fibre presenti in verdura e frutta favoriscono anche il buon funzionamento intestinale, solitamente pigro in gravidanza: di particolare efficacia il kiwi, ovviamente a digiuno; è pure molto utile bere due litri d’acqua al dì.
La stipsi è solitamente presente in gravidanza, per fattori ormonali, ma può essere aggravata da diete sbilanciate/monotematiche e da stress/depressione: è importante concedersi tempo e ritualità nei pasti, in particolare a colazione, ed evitare uno stile di vita eccessivamente sedentario.

Una sana e corretta alimentazione deve essere varia e seguire la stagionalità e rotazione dei cibi: in tal modo si ottiene il giusto apporto di vitamine e sali minerali e quindi un buon funzionamento dei diversi processi metabolici. Il medico fornirà quelle supplementazioni di vitamine e minerali il cui fabbisogno aumentato in gravidanza risulti non soddisfatto dalla dieta.
Particolare importanza assume la vitamina B9 “acido folico” per la prevenzione nelle prime fasi della gravidanza dei difetti del tubo neurale (spina bifida): bastano 400 microgrammi al dì assunti possibilmente già in fase pre-concezionale, ma sicuramente dal concepimento e per tutto il primo trimestre per ridurne il rischio del 70%. Nel secondo e terzo trimestre invece svolge un ruolo nella prevenzione delle anemie in gravidanza. I folati sono presenti in verdura e frutta.
La vitamina B6 è utile sia per aumentare la percentuale di impianto dell’ovulo fecondato sia per ridurre le nausee del primo trimestre.
Il deficit di ferro porta all’anemia sideropenica, la più frequente alterazione nutrizionale della donna durante la fase riproduttiva e specialmente durante la gravidanza, quando il fabbisogno di ferro è di 25-30mg/die, e un’ alimentazione per quanto corretta ed equilibrata non copre tale fabbisogno. Si è evidenziata una correlazione tra anemia materna sideropenica, peso elevato della placenta e basso peso fetale alla nascita. La gestante con anemia è poi in condizione di maggior rischio di complicanze al parto e puerperio, in particolare nei paesi del terzo mondo, ove anche l’anemia grave non viene diagnosticata e trattata con supplementazioni: l’anemia severa contribuisce o rappresenta da sola il 20-40% delle circa 500.000 morti/anno nel mondo per gravidanza, parto e puerperio. Sono ricchi di ferro le carni rosse ed il vino rosso, i legumi e infine, ma in misura minore, le verdure “verdi” (spinaci compresi).
Il calcio durante la gravidanza ricopre un ruolo fondamentale per lo sviluppo scheletrico del
bambino; una carenza di tale minerale crea dei danni alla madre in quanto viene ceduto dalla stessa
al feto; il fabbisogno che nella donna è di 800mg al giorno, nella gravida raggiunge i 1200mg al
giorno; sono ricchi di calcio tutti i latticini.
Il fluoro assunto in gravidanza nel terzo trimestre riduce il rischio di carie nel bambino.
Una carenza grave di iodio può portare al gozzo tiroideo nella madre ed al “cretinismo congenito” nel figlio, ma ormai in italia questo problema è risolto. Invece può ancora verificarsi una carenza lieve, con diminuzione lieve del quoziente intellettivo e dell’abilità neuromotoria dei bimbi. L’OMS stima che almeno 20 milioni di persone nel mondo abbiano avuto un danno cerebrale da deficit di iodio in gravidanza.
Ma la vera novità nelle integrazioni è la scoperta degli effetti benefici degli acidi grassi poliinsaturi omega 3 a lunga catena sull’esito della gravidanza, DHA ed in misura minore EPA, forniti dal pesce , in particolare quello “azzurro”: possono ridurre il rischio di aborto, di parto pretermine, di preeclampsia, e di basso peso alla nascita.
Infine non bisogna trascurare il fabbisogno idrico in gravidanza che per garantire le esigenze gestazionali e fetali passa da 1,5 litri al giorno a 2 al giorno.
L’abuso di alcoolici e di  superalcoolici può determinare iposviluppo fetale e danni al feto, mentre un bicchiere di vino o birra ai pasti è consentito. L’uso anche saltuario di droghe anche leggere può comportare seri rischi per il feto e pertanto ne va sempre informato il ginecologo.
Se non si è mai contratta la toxoplasmosi, si dovrà evitare di mangiare carne cruda, compresi gli insaccati crudi (quindi sono consentiti prosciutto cotto e mortadella/bologna, e ovviamente non c’è problema per il pesce crudo), e si dovrà lavare con bicarbonato la verdura cruda (oltre che evitare il contatto coi gatti).FUMO IN GRAVIDANZA

La percentuale di donne che in Italia fumano durante la gestazione è intorno al 20%. Una parte delle donne italiane (47%) smette di fumare durante la gestazione. Certamente non è sufficiente non fumare in gravidanza. Infatti sono in molti a non rendersi conto che allevare un neonato in una stanza piena di fumo, perché magari entrambi genitori non sanno rinunciare alle loro sigarette, è altrettanto pericoloso. Infatti troppo spesso ci si dimentica che l’effetto indiretto del fumo non è meno dannoso di quello diretto. A questo punto si dovrebbe far distinzione fra effetti acuti del fumo ed effetti cronici. I primi sono essenzialmente legati a modificazioni di carattere cardiovascolare che si manifestano attraverso l’aumento della frequenza cardiaca fetale che insorge immediatamente dopo che la madre ha iniziato a fumare e che si accompagna a una riduzione della variabilità della FCF (frequenza cardiaca fetale). In alcuni casi è stata anche segnalata una diminuzione dei movimenti del feto. Per ciò che attiene agli effetti cronici i figli dei fumatori presentano alla nascita un difetto di crescita. Il rischio di partorire un bambino di peso inferiore ai 2500 grammi sembra essere dose dipendente nel senso che risulta quasi doppio nelle fumatrici di più di 20 sigarette al giorno rispetto a quelle che ne fumano meno di 20. Viene inoltre precisato che il basso peso alla nascita raddoppia come frequenza nelle donne che fumano più di 11 sigarette al giorno rispetto a quelle che non hanno mai fumato. Tale conseguenza sarebbe in parte legata al passaggio transplacentare della nicotina e del monossido di carbonio. La prima responsabile di una riduzione del flusso ematico placentare e quindi di una diminuita crescita del feto, e il secondo di un aumento della carbossiemoglobina fetale con conseguente riduzione della saturazione di ossigeno. Questa ipossia fetale relativa è stata invocata come causa responsabile di eventuali danni a livello del sistema nervoso centrale, le cui cellule, come noto, sono particolarmente sensibili al deficit di ossigeno.

FUMO IN GRAVIDANZA: UN MOTIVO IN PIÙ PER SMETTERE

I bambini nati da donne che fumano durante la gravidanza hanno livelli di colesterolo buono più bassi degli altri neonati. E i danni si ripercuotono anche in età adulta

Fumare non danneggia solo il tuo sistema cardiovascolare ma anche quello del tuo bambino. Ad affermarlo sono i ricercatori dell’Università di Sidney in un ampio studio pubblicato dalla rivista European Heart Journal. Fumare in gravidanza, oltre ad avere un effetto negativo sul corretto sviluppo del bambino, predisponde il nascituro ad avere livelli di colesterolo HDL inferiori rispetto ai bambini nati da mamme non fumatrici.RUOLO DEL COLESTEROLO BUONO 

– Il colesterolo “buono”, chiamato più correttamente colesterolo HDL, è una sorta di spazzino delle nostre arterie. Quando le sue concentrazioni sono elevate i vasi sanguigni sono protetti poiché non si verifica il fenomeno di accumulo dei grassi, principale causa di infarti ed ictus. Smettere di fumare è fondamentale perchè il fumo di sigaretta, attraverso la produzione di radicali liberi, riduce in maniera considerevole i livelli di colesterolo HDL. Mentre sono numerosi gli studi che indicano questa pericolosa relazione, ancora pochi sono quelli che analizzano l’effetto del fumo indiretto sui livelli di colesterolo nei neonati.LO STUDIO

 – Uno dei primi studi che ha fatto finalmente luce sull’effetto del fumo sulla salute cardiovascolare dei bambini è quello dei ricercatori australiani. L’analisi, che ha coinvolto più di 600 neonati, ha mostrato che all’età di 8 anni i bambini nati da madri che fumavano durante la gravidanza presentano livelli di colesterolo HDL significativamente inferiori rispetto agli altri bambini. Cosa significa tutto ciò? A spiegarlo è direttamente l’autore della ricerca, il dottor David Calermajer: «I nostri risultati suggeriscono che il fumo materno lasci tracce malsane sullo sviluppo del bimbo nel grembo e lo predisponga ad attacchi di cuore e ictus da adulto. Il rischio di malattie cardiache aumenta sino al 20%».STOP AL FUMO

 – Dagli ultimi dati forniti dal Ministero della Salute emerge che ancora il 30% delle donne fumatrici, quando scoprono di essere in “dolce attesa”, non riescono a smettere di fumare. Un dato che deve fare riflettere poiché, oltre a quanto dimostrato nello studio australiano, il fumo in gravidanza può portare a complicazioni come il distacco della placenta, ridotta crescita del feto e basso peso alla nascita (150-200 grammi in meno rispetto agli altri neonati) e notevoli disturbi respiratori.SESSUALITA’ IN GRAVIDANZA E PUERPERIOGravidanza

Le relazioni sessuali della coppia, durante la gravidanza, assumono una grande importanza dal punto di vista del benessere psicologico.
Moltissimi studi sono stati condotti sull’argomento portando alla conclusione che l’attività sessuale in gravidanza, se non esistono problematiche particolari, può essere considerata sicura.
Esistono però ancora molti pregiudizi e molte paure infondate (specialmente da parte delle pazienti) che portano ad un approccio negativo nei confronti della sessualità.
Le situazioni che controindicano l’attività sessuale in gravidanza sono le condizioni di “gravidanza a rischio” (minaccia d’aborto, perdite ematiche, minaccia di parto pretermine, ecc.). In questi casi l’attività sessuale deve essere evitata.
Se invece la gravidanza procede regolarmente e non vi sono particolari problemi, l’attività sessuale può avvenire con l’accortezza di mettere in atto alcuni accorgimenti: la donna non deve provare dolore nè fastidio (il rapporto in questi casi va sospeso), deve quindi scegliere la posizione che le è più congeniale, non si devono esercitare pressioni eccessive sull’addome.
La posizione più spesso consigliata dai ginecologi è quella in cui la donna sta sul fianco e l’uomo giace davanti o dietro di lei. Sconsigliabile la posizione in cui la donna “sta sopra” in quanto potrebbe determinare una penetrazione troppo profonda.
Durante la gravidanza, specialmente nel secondo e terzo trimestre, la donna potrebbe avvertire un calo del desiderio. Questo fatto non deve spaventare perchè rientra nella normalità; la coppia deve aumentare l’intimità e favorire tenerezze ed effusioni.
In alcuni casi, a gravidanza avanzata, l’orgasmo può essere avvertito come contrazione uterina fastidiosa. Se ciò avviene la donna deve stare sdraiata facendola passare. Se il problema persiste o si aggrava la donna deve rivolgersi al suo ginecologo.
Anche in tutte le situazioni in cui si verifichi un fatto diverso da quanto previsto (inizio di contrazioni ritmiche, perdite ematiche, dolori, ecc.) la donna deve rivolgersi al suo ginecologo che la saprà consigliare al meglio.Puerperio

Per quanto riguarda i rapporti sessuali è abitudine non porre alcuna restrizione dopo il primo mese di puerperio. Non è per altro molto frequente che la puerpera provi il desiderio di riprendere i rapporti sessuali a breve distanza dal parto. Il partner deve essere paziente ed assecondare la compagna, che deciderà liberamente, quando riprendere i rapporti. Non deve creare ansie se i primi rapporti provocano “fastidio” (non necessariamente). Gli organi genitali “stressati” dal parto devono ritrovare la loro funzione migliore, cosa che avviene in tempi brevi ma con variazioni da donna a donna.
La secchezza vaginale, che è uno dei disturbi che la donna può avvertire, è più accentuata nelle donne che allattano; è comunque uno dei disagi più facilmente correggibili con i consigli del proprio ginecologo.
L’orgasmo potrebbe non comparire subito così come ci potrebbe essere un certo calo, temporaneo, della libido: non ci si deve allarmare in quanto, con il tempo, progressivamente anche questi disturbi recedono.
Va ricordato infine che non è esclusa in puerperio la possibilità di ovulazione e quindi di restare nuovamente incinte (anche se la donna non ha ancora avuto le prime mestruazioni ed anche se sta allattando). E’ necessario quindi parlare con il proprio ginecologo per una eventuale corretta contraccezione.IGIENE IN GRAVIDANZA


Cosa fare:
– Doccia o bagno giornaliero ( purche’ la temperatura dell’acqua non sia troppo
fredda ne’ troppo calda)  ( raccomandati olio bagno-doccia + latte idratante per la cura della pelle)
– Uso di creme elasticizzanti
– Igiene dentaria ( spazzolino e filo interdentale)
– Cosmesi leggera
– Uso di rasoio o cerette a freddo
– Calze elastiche
– Scarpe comode
– Creme emollienti alla lanolina per i capezzoli
– Attivita’ fisica leggera
– Viaggiare in aereo o treno
– Viaggiare in auto ( fino alla 32 settimana)
– Rapporti dal 4° all’8° mese

Cosa evitare:
– Lavande vaginali
– Tinture e cachets
– Creme depilatorie o cerette a caldo
– Rapporti nel 1° trimestre e nel 9° mese
– Fumo, abuso di alcoolici, droghe

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