La pillola anticoncezionale, l’anello vaginale e il cerotto

LA PILLOLA ANTICONCEZIONALE

Il metodo ormonale contraccettivo più conosciuto e diffuso è la pillola, a base di somministrazione combinata di estrogeni e progestinici. Con la continua ricerca farmacologica, oggi le molecole impiegate sono diventate sempre più “fisiologiche”, cioè con scarsi o assenti effetti metabolici, ed anche il rischio di cancro è stato notevolmente ridimensionato.

La contraccezione ormonale è attualmente utilizzata in tutto il mondo da più di 60 milioni di donne. Questa metodica di controllo della fertilità si basa sull’uso d’estrogeni e progestinici che possono essere somministrati in vario modo sotto forma di:

– Pillola con estroprogestinici associati: i due farmaci sono associati per tutta la durata del trattamento.

– Pillola estroprogestinica sequenziale. I 21 giorni di trattamento sono divisi in due parti: nella prima parte si somministrano solo gli estrogeni, nella seconda parte gli estrogeni e il progestinico. Poiché questo tipo di trattamento prevede l’utilizzazione d’elevate quantità d’estrogeni, è stato in sostanza abbandonato.

– Minipillola contenente solo progestinico: si associa ad un’alta incidenza d’effetti collaterali e non ha mai raggiunto una larga diffusione.

La pillola classica con estroprogestinici associati, per la sua efficacia e buona tollerabilità rappresenta oggi la forma più utilizzata di contraccezione.

Il trattamento inizia il quinto giorno del ciclo, contando dal primo giorno della mestruazione, e la pillola è assunta per 21 giorni consecutivi. Dopo 7 giorni d’intervallo, si ricomincia a prendere nello stesso ordine altre 21 compresse e così di seguito. Nei sette giorni in cui l’assunzione è sospesa compare un flusso simile alle normali mestruazioni.

Le nuove pillole con estroprogestinici associati sono quelle a basso dosaggio d’estrogeno e con progestinici più leggeri e quelle definite trifasiche. Queste ultime sono così costituite: nella prima settimana hanno un dosaggio più basso d’estrogeno e di progestinico, nella seconda settimana le dosi di entrambi gli ormoni sono aumentate, nell’ultima settimana la dose d’estrogeno è ridotta mentre il progestinico è ulteriormente aumentato.

MECCANISMO D’AZIONE ED EFFICACIA DELLA PILLOLA ANTICONCEZIONALE

Nella massima parte dei casi, la pillola impedisce l’ovulazione, rendendo impossibile il verificarsi di una gravidanza. Gli approfonditi studi di questi anni hanno messo in luce che anche altri fattori di grande importanza per la fecondazione sono modificati dalla somministrazione di questi contraccettivi: il muco cervicale diviene relativamente impenetrabile agli spermatozoi; la mucosa uterina, per tutto il periodo in cui si verifica la somministrazione della pillola, non va incontro alle normali caratteristiche modificazioni, ma mantiene una struttura costante abbastanza tipica, simile a quella della fase secretiva che mal si presta all’annidamento dell’uovo; le modificazioni che, infine, si vengono a verificare a carico delle tube sembrano essere sfavorevoli all’ascesa degli spermatozoi, impedendo così la fecondazione.

L’efficacia della pillola è molto elevata: la percentuale d’insuccessi è inferiore a 1 gravidanza per 100 anni/donna; per ottenere questi risultati soddisfacenti va però precisato che è necessario che non sia dimenticata, nemmeno un giorno, l’assunzione della pillola stessa.

GLI EFFETTI DELLA PILLOLA ANTICONCEZIONALE

Uno dei problemi più scottanti, a proposito dei contraccettivi orali, è quello della loro innocuità. E’ ormai accertato che, dopo l’interruzione del trattamento, le ovaie riprendono la loro attività normale nel giro di pochi giorni.

Per quanto riguarda i possibili effetti a distanza, alcuni hanno manifestato il timore che i contraccettivi orali possano favorire l’insorgenza di tumori a carico dell’apparato genitale femminile: i dati statistici a disposizione non solo sembrano escludere questo timore, ma addirittura farebbero supporre una diminuzione dell’incidenza di tali malattie tra le donne che ricorrono ai contraccettivi orali. Alcuni scienziati avrebbero messo in luce il pericolo di trombosi venose e d’embolie come conseguenza dell’uso della pillola; questo rischio si può manifestare in persone predisposte. E’ quindi sconsigliabile l’uso dei contraccettivi di questo tipo a tutte quelle donne che abbiano sofferto in passato di una flebite o di un’embolia nel corso di precedenti gravidanze.

Prima di prescrivere un tipo di medicazione estroprogestinica allo scopo di controllare la fertilità, è opportuno che il medico, previa un’accurata anamnesi e un esame generale accompagnato da indagini di laboratorio, escluda quei disturbi, anche in assenza di manifestazioni cliniche, che possano subire un aggravamento dall’assunzione del farmaco. Va quindi sconsigliata la pillola a donne cardiopatiche, ipertese, con alterato ricambio dei grassi, diabetiche, con insufficienza epatica, con esistente carcinoma della mammella e forti fumatrici.

IL CEROTTO ANTICONCEZIONALE

Il cerotto anticoncezionale o “patch” agisce esattamente come la pillola, ma è molto più conveniente: è più semplice da utilizzare, e per questo risulta anche più sicuro.

Ha le stesse funzioni della pillola anticoncezionale, rilascia nella pelle 20 microgrammi di etanile estradiolo e 150 microgrammi di norelgestromina e la sua stessa efficacia, ovvero, evita le gravidanze nel 99% dei casi. Il rilascio degli ormoni, avvenendo attraverso la pelle, arriva direttamente nel sangue senza passare dall’apparato digerente. In questo modo, sia il quantitativo di sostanze attive sia possibili effetti collaterali indesiderati vengono ridotti.

Il cerotto si chiama ortho evra e misura 20 centimetri quadrati. è ben tollerato, nonostante nei primi due cicli sia stata registrata una maggiore incidenza del fenomeno dello spotting (perdite di sangue) tendente facilmente a scomparire, seno turgido e dismenorrea. Va cambiato settimanalmente sempre lo stesso giorno, il primo del ciclo, e si indossa per tre settimane di seguito a cui segue una di riposo, con il vantaggio di non doversi ricordare giornalmente, come per la pillola, di assumere o applicare l’anticoncezionale.

La somministrazione di ormoni contraccettivi per via percutanea tramite cerotto è una novità sufficientemente sperimentata per quanto concerne la sicurezza e l’affidabilità ma equivale, relativamente agli eventuali effetti collaterali, sia benefici che dannosi, ad una pillola anticoncezionale a basso dosaggio a schema classico di somministrazione (21 giorni sì e 7 no); non ha, cioè, controindicazioni in caso di mastopatie benigne ma non può, nei soggetti predisposti, modificare drasticamente la tendenza alle emicranie, specie se perimestruali, né ad eventuali disturbi circolatori, anche se possiede il pregio di dismettere gli ormoni con continuità e senza i picchi di assorbimento che si verificano con la via orale, evitando il cosiddetto “primo passaggio epatico”. Inoltre, non va usato dalle donne dal peso superiore agli 88 chili perché gli ormoni contenuti nel cerotto non sono sufficienti a bloccare la gravidanza.

ANELLO CONTRACCETTIVO NUVARING

NuvaRing è un contraccettivo ormonale a rilascio vaginale. È un anello trasparente, incolore o quasi con un diametro di 54mm e un diametro della sezione trasversale di 4 mm.

Ogni anello di NuvaRing contiene una piccola quantità di due ormoni sessuali femminili: 11.7mg di etonogestrel (progestinico) e 2.7 mg di etinilestradiolo (estrogeno). NuvaRing rilascia lentamente questi ormoni (0.120 mg di etonogestrel e 0.015 mg di  etinilestradiolo) nel circolo sanguigno. Poiché le quantità rilasciate giornalmente sono basse, Nuvaring viene considerato un contraccettivo ormonale a basso dosaggio. Dal momento che NuvaRing rilascia due diversi tipi di ormoni, è un contraccettivo di tipo cosiddetto combinato.

COME FUNZIONA L’ANELLO CONTRACCETTIVO:

NuvaRing funziona proprio come una pillola contraccettiva combinata. NuvaRing rilascia due ormoni sessuali femminili che prevengono il rilascio di una cellula uovo dalla ovaie. Se non vi è rilascio di cellule uovo, non è possibile rimanere incinta.

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