Il cancro della cervice (collo dell’utero) è il secondo più comune cancro nelle donne nel mondo (con 500.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno e 230.000 decessi per anno), il quarto in occidente.
In Italia colpisce 3500 donne/anno (ovvero 1 donna su 10.000 all’anno e 1 donna su 163 nell’intero arco della sua vita) con 1000 decessi/anno.
La causa del cancro della cervice è il virus del Papilloma Umano (HPV), presente nel 99.7% dei carcinomi del collo dell’utero.
La presenza del virus nella popolazione sessualmente attiva è elevata: in Italia quasi il 10% ha attualmente l’infezione e oltre il 50% l’ha avuta.
Esistono tre possibilità di evoluzione dell’infezione da HPV: regressione, persistenza e progressione.
Lo screening delle lesioni si effettua grazie al pap test (test di Papanicolau), chepreleva delle cellule che vengono strisciate su un vetrino (esame citologico). Data la possibilità di nuova insorgenza di lesioni oppure di falsi negativi (ovvero mancato rilievo di lesioni pur presenti), è bene ripetere periodicamente l’esame (con intervalli da 1 a 3 anni, a seconda dei casi).
In presenza di anomalie, o di difficoltà interpretative al pap test si effettua l’esame diagnostico di secondo livello rappresentato dalla colposcopia, che osserva il collo dell’utero con un microscopio e può completarsi con una biopsia mirata (esame istologico).
La politica di screening del pap test e l’eventuale diagnosi con colposcopia/biopsia mirata ha drasticamente ridotto la frequenza e mortalità per questo tumore in occidente: attualmente l’80% di questi tumori è nei paesi in via di sviluppo.
Da pochi anni si è reso disponibile per la popolazione il test che permette di individuare l’HPV (HPV-test). L’uso combinato del pap test e dell’ HPV- test consente di diagnosticare circa il 97% delle lesioni.