Uno degli esami a cui una coppia può sottoporsi per arrivare alla diagnosi del proprio problema di fertilità è la valutazione della pervietà tubarica e della morfologia uterina. La metodica diagnostica ideale deve essere sicura, di facile esecuzione, poco costosa, non invasiva e soprattutto ben tollerata da parte della paziente. Ma di tutte le principali tecniche utilizzate – l’isterosalpingografia (HSG), l’insufflazione utero-tubarica, la cromo-celioscopia, la fallopioscopia – nessuna soddisfa pienamente le caratteristiche descritte.
Fino a qualche anno fa l’esame ambulatoriale più utilizzato è stato l’isterosalpingografia (HSG) che tuttavia ha numerosi svantaggi: deve essere eseguita da un radiologo, ha scarsa tollerabilità, si usano raggi X e un mezzo di contrasto a base di iodio che può dare complicanze natura allergica.
La celioscopia diagnostica con crioscopia, invece, permette la visualizzazione della pervietà tubarica e della cavità uterina ma ha costi elevati, e deve essere eseguita in anestesia generale in sala operatoria.
In questi ultimi anni queste limitazioni hanno portato allo sviluppo di un approccio alla paziente sterile con l’ecografia mediante l’utilizzo della isterosalpingosonografia (HyCoSy) che permette la valutazione della pervietà tubarica in associazione alla valutazione morfologica della cavità uterina.
Ma oggi possiamo offrire alle pazienti un’ulteriore evoluzione tecnica di questo esame, la HyFoSy (Isterosalpingo-Foam-Sonografia).
Questo esame consiste nell’effettuare una ecografia per via transvaginale dopo avere posizionato un piccolo cono di materiale plastico morbido nel collo uterino. Viene quindi lentamente iniettata, attraverso un catetere, una modesta quantità di gel sterile iperecogeno a base di cellulosa.
Dapprima il gel dilata la cavità uterina e successivamente, passando attraverso le salpingi, ne permette una immediata visualizzazione.
Rispetto alla isterosonosalpingografia tradizionale (HyCoSy), che viene eseguita posizionando un catetere con palloncino all’interno della cavità uterina e come mezzo di contrasto prevede l’utilizzo di una soluzione salina, questa metodica innovativa ha un duplice vantaggio: da un lato un maggiore comfort per la paziente, dall’altro una maggiore velocità nell’esecuzione grazie alla modica quantità di mezzo iniettato.
La maneggevolezza e semplicità d’uso dei sistemi di infusione, poi, rendono più agevole lo studio diagnostico per il medico.
L’esame viene completato con l’esecuzione di scansioni tridimensionali che permettono una approfondita valutazione diagnostica.